Io e il Gender
Ero un vero maschiaccio…robot, soldatini, pistole, il gioco del pallone, gare in bicicletta, pesca sportiva….hanno fatto parte della mia infanzia eppure non sono diventata omosessuale!!! Chissà forse lo sono e non me ne rendo conto penserà qualcuno che ha letto Freud!!! Nonostante tutto questo sono diventata una mamma, una moglie e una donna, realizzata nella sua vita sotto ogni aspetto.
Questi giochi non hanno influito sul mio orientamento sessuale-affettivo né sulla mia identità di genere, hanno solo impedito alla mia mente di chiudersi!
Quando mi chiedevano perché giocavo con i giochi da maschio avrei voluto rispondere “perché no se a me piace farlo?!?” invece mi chiudevo nella vergogna e nell’incomprensione, vivevo con senso di colpa il mio essere diversa.
Guardavo le donne adulte e non capivo perché dovessero essere sempre loro a pulire la casa, ad accudire i bambini, a sacrificarsi per il prossimo, mi chiedevo perché gli uomini non potessero stirare pur avendo due mani anche loro, mi chiedevo perchè non potessero piangere pur avendo anche loro dei sentimenti….e non mi accontentavo delle risposte superficiali che mi arrivavano, fu così che venni etichettata Bastian Contrario! Si perché una persona che cerca di liberarsi dalle convenzioni viene vista come una rompiscatole, qualcuno che vuole creare scompiglio, cambiare le cose!
Purtroppo siamo abituati a ragionare in determinati modi senza chiederci il motivo, senza porci quesiti.
Lo scandalo
Lo scandalo Del “Gender” ha avuto inizio da quando la Senatrice Fedeli ha presentato il DDL n.1680 il quale prevede l’inserimento dell’educazione di genere nel programma formativo scolastico, con lo scopo di perseguire principi di eguaglianza, pari opportunità e rispetto delle diversità all’interno delle istituzioni scolastiche.
Questa formazione diretta agli insegnanti si pone l’obiettivo di combattere le disparità legate ai ruoli di genere, legate quindi ai condizionamenti culturali.
Gli studi di genere vorrebbero permettere ai nostri figli di costruirsi un’idea di affettività e sessualità libera da pregiudizi.
Lo scandalo nasce per la presa di posizione di alcune istituzioni che temono possa essersi creata una cospirazione di intellettuali e professionisti che stanno lavorando per creare una società senza più differenze sessuali, senza più un ordine, una regola...una società promiscua.
In seguito a questo è nato tutto un susseguirsi di conferenze, di pubblicazioni sul tema per proteggere e istruire le persone contro la minaccia del “gender”!…si è aperta una vera e propria caccia alle streghe del 2015!
Il DDL 1680 è basato sul documento dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità) in cui sono dettate le linee guida che ripercorrono lo sviluppo sessuale del bambino dalla nascita all’adolescenza. Queste 65 pagine di letteratura scientifica scritte da medici, psicologi e specialisti vari, hanno lo scopo di fornire una base per l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole.
Se non si legge tutto il documento è facile, soprattutto per chi non è del settore, incorrere in equivoci e cadere nella trappola di chi distorce le informazioni per manipolare le informazioni e trovare consensi. In questo mio articolo vorrei sintetizzare con parole semplici lo scritto dell’OMS senza fare confronti con volantini diffamatori divulgati contro la Teoria Gender, non mi interessa andare contro, voglio cercare un po’ di chiarezza.
L’OMS nel documento illustra la sessualità attraverso gli occhi del bambino ed ha un significato molto diverso da quello che ha per gli adulti.
Un bambino ha bisogno di contatto fin dalla nascita e prova piacere nell’essere toccato già da quando è nel grembo materno. Per un bambino sessualità significa ricerca del piacere fine a se stesso, senza la malizia che può vederci un adulto. Per il neonato il piacere è orale e lo prova nel succhiare il capezzolo del seno materno, per un bambino di 2 o 3 anni è anale ed è scatenato dal fare la cacca o dal trattenerla, per un bambino di 4 o 6 anni il piacere diventa fallico e lo prova giocando con il proprio organo genitale.
Le linee guida dell’OMS sono differenziate per fasce di età.
0 – 4 anni: il bambino scopre il proprio corpo con piacere e pratica ” masturbazione infantile” anche quando, a qualche mese di età, capisce di avere due manine e trae piacere dall’accarezzarle. Siamo noi adulti che attribuiamo al termine “masturbazione” un significato sessualizzato. L’attività sessuale dei bambini riguarda il proprio corpo, non è rivolta alle altre persone, si parla di autoerotismo perché si provoca piacere da solo!
4 – 6 anni: l’imitazione e l’identificazione con le persone dello stesso sesso sono gli strumenti attraverso cui il bambino scopre la sua sessualità. A quest’età difficilmente i bambini/e sono incuriositi dall’altro sesso, questa è una tappa a cui si arriva successivamente nello sviluppo sessuale. L’OMS non sta parlando con questo di omosessualità ma descrive una fase in cui i bambini preferiscono la compagnia di coetanei del loro stesso sesso (es. giochi di squadra come il c a l c i o o l a p a l l a v o l o ) . N o n s i s p i n g o n o i b a m b i n i all’omosessualità bensì si ripercorrono le tappe dello sviluppo sessuale.
6 – 9 anni: nel documento si introduce il tema dei metodi contraccettivi sempre nel rispetto delle conoscenze del bambino che a quest’età, in genere, è già abbastanza maturo iniziare a formulare delle idee base i merito al concepimento. Le linee guida suggeriscono che è il momento giusto per l’acquisizione del concetto che si può influire sulla propria fertilità e capacità generativa attraverso i metodi contraccettivi, ovvero che fare un figlio è di fatto una scelta. A scuola non si vuole insegnare come mettere un preservativo bensì che le nascite possono essere controllate.
9 -12 anni: in questa fase si può iniziare a parlare di pubertà, di prime esperienze sessuali e di eiaculazione.
12 -15 anni: si può introdurre il tema della gravidanza, dell’infertilità, dell’aborto, della contraccezione e dell’omosessualità. Le linee guida dicono che l’omosessualità non è peccato, non è una malattia (l’OMS ha cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali) e non è sbagliata.
dai 15 anni: si può parlare di aborto, dei servizi a disposizione e si fa chiarezza sull’omosessualità, sulla bisessualità e sulla pornografia.Chiediamoci se fare chiarezza possa significare deviare oppure cercare di comprendere e di uscire dai pregiudizi.
Due righe per fare chiarezza sul termine “genere”.
Chiara Saraceno, sociologa, nel suo articolo “il gender non esiste….” definisce il ruolo di genere come ciò che la società si aspetta dall’individuo in base al suo sesso biologico e che quindi non dipende dalla conformazione del corpo; noi donne siamo più tenere e meno aggressive degli uomini perché le aspettative nei nostri confronti da quando nasciamo ci spingono verso questo modello. Da una femmina si pretendono comportamenti più femminili non perché lo dice il suo corpo; una bambina viene ripresa se dice parolacce, se fa i rutti o se si concede di picchiare qualcuno molto più che se a farlo fosse un maschio, sottolineando che una femmina non può fare certe cose.
L’identità sessuale sta nella mente, l’orientamento sessuale sta nel cuore, il sesso biologico sta nel corpo e l’espressione della sessualità sta in ciò che appare.
Gli studi di genere vogliono offrire la possibilità ai bambini di ascoltare il proprio mondo interiore senza farsi schiacciare dai condizionamenti culturali. I bambini non hanno limiti di pensiero, si sentono onnipotenti ed è per questo che hanno la forza per cambiare il mondo, la loro mente è aperta alle possibili alternative. Imparare da loro a mettere in discussione le nostre convinzioni, potrebbe servirci per non cadere vittime del pregiudizio e dell’ignoranza.
La frase più pericolosa per la nostra intelligenza è “si fa così perché si è sempre fatto così “. I bambini hanno molto da insegnarci , sono liberi dalle gabbie interiori, non sono ancora prigionieri del pregiudizio e degli schemi mentali, non hanno ancora perso la spontaneità e quell’istinto che porta all’ascolto dei propri desideri. I bambini sono felici fino a quando gli adulti non riescono nel loro intento di condizionarli culturalmente.
In questi ultimi mesi sono accaduti dei fatti di cronaca che dovrebbero far molto riflettere.
Il Sindaco di Venezia ha proibito una lista di 49 libri a dir suo “pro-gender” quindi pericolosi per I nostri bambini che possono essere contaminati e deviati da queste letture. I libri ritirati dai nidi e dalle scuole per l’infanzia, perché giudicati tabù, facevano parte del progetto “leggere senza stereotipi” creato da psicopedagogisti, professori di diverse università italiane, associazioni e bibliotecari della città di Venezia e promosso nel 2014 dall’allora Consigliere Comunale Seibezzi. Questi testi affrontano il tema della discriminazione e sono stati concepiti per insegnare ai bambini a rispettare chi è diverso da loro (la persona disabile, il bambino adottato, l’omosessuale, chi ha due mamme e due papà). È facile farsi propaganda elettorale attraverso la mala informazione delle persone, peccato che in pochi giorni la sua lista di libri proibiti è diventata per molte persone la lista dei libri consigliati.
Non vi sembra un po’ pericoloso che vengano censurati dei libri perché ritenuti da alcuni un modo per ammaestrare e deviare i bambini, non vi ricorda qualcosa!?
Sarebbe una cosa buona se un giorno sulle copertine dei libri si potesse scrivere:
“attenzione, l’esposizione continua alla cultura potrebbe gravemente danneggiare i vostri pregiudizi e provocare una pericolosissima apertura mentale!”.
Un altro grave episodio della cronaca “gender” è stato quello della Preside che ha inviato una lettera ai genitori degli alunni in cui scriveva che il Decreto Scuola tra i punti sull’educazione di genere prevede anche la masturbazione infantile precoce. Ora questa dirigente scolastica è stata obbligata dal Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) a presentare le pubbliche scuse perché oltre che fornire informazioni errate e superficiali, ha dato indicazione ai genitori di approfondire la propria conoscenza sul sito web che ha sponsorizzato la giornata del Familiy Day (manifestazione organizzata a Roma a difesa della famiglia tradizionale) infondendo un messaggio politico.
Una dirigente scolastica, responsabile dell’istruzione dei futuri cittadini dovrebbe garantire che i bambini vengano educati in scienza prima che in coscienza,
la scuola non dovrebbe essere laica e apolitica?! sbaglio?!
I miei vogliono essere solo degli spunti di riflessione, con questo articolo ho esplorato superficialmente questa tematica, ci sono video su Facebook che tentano di convincere gli utenti che la Teoria Gender può essere distrutta in meno di 3 minuti. Ci vogliono giorni di approfondimento per comprendere un lavoro fatto in decenni di studi da qualificati professionisti che si occupano degli studi di genere e tutto questo non può essere vanificato con 3 minuti di pura manipolazione mediatica!
Di fronte a tutto questo noi dell’Ordine Psicologi Marche abbiamo deciso di prendere posizione e di mettere in guardia la popolazione di fronte a tutto quello che sta succedendo, schierandoci decisamente contro chi sta facendo propaganda terroristica nei confronti degli studi di genere.
In risposta al nostro comunicato stampa abbiamo ricevuto molte lamentele e attacchi da parte di associazioni, professionisti e persone che si sono sentite colpite dalla nostra presa di posizione ma era nostro dovere farlo in quanto istituzione pubblica che deve tutelare e garantire la scientificità delle informazioni che vengono fornite alla cittadinanza.
Fra alcuni decenni guardando al passato ci renderemo conto dell’assurdità dello scandalo “gender” che stiamo vivendo oggi proprio come quando le donne hanno ottenuto per la prima volta il voto. I cambiamenti provocano sempre una crisi nelle persone legate alle tradizioni, alla norma, agli stereotipi, gli “anti-gender” se ne faranno una ragione.
È grazie al cambiamento e all’adattabilità al cambiamento che esistono l’evoluzione e il progresso.
Le differenze sessuali esistono, nessuno vuole negarlo, l’unico e nobile scopo degli studi di genere è quello di eliminare le influenze culturali che creano nei confronti delle minoranze e delle categorie cosiddette “deboli”, discriminazioni, violenze, disagi e soprusi.