E se poi prende il vizio?
Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambini.
Autore Alessandra Bortolotti Sono tanti, tantissimi I libri dedicati all’accudimento dei bambini piccoli. Nella maggior parte dei casi sono spacciati come manuali di istruzioni, quando non addirittura come magiche ricette di felicità per genitori e figli. "E se poi prende il vizio?" invece si rifiuta di proporre metodi identici per tutti perché parte dal presupposto che ogni genitore sia "unico", e in quanto tale debba mettersi in gioco in prima persona e compiere scelte libere, autonome e informate. Il lettore è perciò invitato a riflettere sulla particolarità di ogni famiglia, sul diritto (e il dovere) di allevare i figli in libertà mettendo da parte i pregiudizi culturali dando ascolto al proprio cuore e al proprio istinto. Si sa infatti che oggigiorno viviamo in una società che impone tempi e spazi basati sulla logica della produttività e del consumismo, una società che non si perita di proteggere lo sviluppo psichico-fisico e affettivo dei più piccoli. I nostri bambini si ritrovano perciò a crescere in un mondo adultocentrico che spesso si dimentica di loro o gli impone di diventare immediatamente autonomi e indipendenti, dinon disturbare, di ignorare fin da subito i propri istinti e la capacità di comunicare i propri bisogni. Attraverso l’analisi deifabbisogni primari del bambino, Alessandra Bortolotti (autrice del libro) tratta temi universali quali il sonno dei neonatie dei bambini più grandi, l'allattamento, il bisogno di contatto e le più elementari (ma al contempo efficaci) forme comunicative fra genitori e figli. "E se poi prende il vizio?" intende “liberare” i papà e le mamme che desiderano darsi all'accudimento naturale basato sull’amore incondizionato e sull’importanza fondamentale della relazione affettiva coi propri figli. Il testo è inoltre impreziosito da un vasto assortimento di fonti bibliografiche che rimandano alle più recenti scoperte nel campo delle neuroscienze e delle ricerche sulla fisiologia della gravidanza, del parto e dell'allattamento, per sottolineare in maniera chiara e inappellabile che rispondere ai bisogni affettivi dei nostri bambini non significa viziarli ma, anzi, costituisca un patrimonio irrinunciabile che può influenzare positivamente l’equilibrio fisico ed emotivo di tutta la loro vita.